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ROYAL BABY GIRL: IL RISOTTO DELLO CHEF ENRICO DERFLINGHER PER LA PRINCIPESSA, SFUMATO CON IL VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI

Risotto-della-Principessa

“Il risotto della principessa”, ribattezzato così a seguito della dedica dello chef alla piccola di Buckingham Palace.

Il risotto venne presentato per la prima volta alla cerimonia di inaugurazione di Villa Lario Euro-Toques, sulla location del Lago di Como, dall’ex chef di casa Windsor, Enrico Derflingher.

In quell’occasione lo chef dedicò il piatto alla principessa Charlotte, secondogenita di William e Kate, nata proprio lo stesso giorno dell’inaugurazione.

Quale omaggio migliore se non dedicargli un suo piatto, specialmente un risotto, per ripensare al legame che c’è tra Derflingher e la famiglia reale?

Sicuramente vi ricorderete del risotto “Queen Victoria”, venne ideato dallo stesso chef, ma con tanti anni di anticipo per una cena con Gorbaciov e Regan, dove ricevette i complimenti pubblici della Regina Elisabetta.

La ricetta del piatto della “Baby Royal Girl” è stata presto svelata da Derflingher e tra i vari ingredienti, troviamo anche il Verdicchio dei Castelli di Jesi, con cui lo chef sfuma il risotto.

I più curiosi sicuramente si staranno domandando: Qual è il Verdicchio scelto dallo chef stellato?

Vi svelo il segreto: Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore Terre Sampaolo D.O.C. dell’azienda Piersanti.

Questo vino è frutto di un particolare mix di vendemmie di diversi territori ed esposizioni, raccolti con una vendemmia tardiva, ottenuto con pressatura soffice ed una lenta fermentazione in botti d’acciaio e una piccola percentuale di prodotto ottenuta da un affinamento in barrique.

Il colore giallo paglierino con riflessi verdognoli tendenti al dorato e il suo intenso profumo tendente al mandorlato hanno sicuramente determinato la scelta dello chef.

Ancora una volta il vino marchigiano è protagonista sulle tavole più importanti, un prodotto estremamente semplice che ha come peculiarità, grande qualità, dedizione, passione e impegno dei produttori.

Tutti segreti, importanti per raggiungere il successo e traguardi inaspettati.

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IL VINO SPARAPANI: IL GUSTO ORIGINARIO DEL VERDICCHIO

Frati Bianchi Sparapani

La scoperta dell’unicità

“La terra ci fornisce, sul nostro conto, più insegnamenti di tutti i libri. Perché ci oppone resistenza. Misurandosi con l’ostacolo l’uomo scopre se stesso. Ma per riuscirci gli occorre uno strumento. Gli occorre una pialla, o un aratro. Il contadino, nell’arare, strappa a poco a poco alcuni segreti alla natura, e la verità ch’egli trae è universale. …”

Antoine de Saint-Exupéry

La terra e i segreti che cela in essa. 

Spesso la nostra vita è scandita da rituali, da gesti, azioni ripetute che ci fanno sentire al sicuro, ci fanno sentire importanti, indispensabili. Senza le nostre abitudini ci sentiremmo in difficoltà, eppure in esse si cela il nostro limite. La natura, la terra invece ci insegnano che esistono dei cicli, ma mai abitudini, nulla in natura è certo, assoluto se non la ciclicità. La ricerca di quello che è migliore dovrebbe essere la scelta corretta. Nessuna abitudine, ma la ricerca della semplicità.

Quando ho assaggiato il vino di Sparapani, ho avuto questa sensazione, ritrovare il gusto originario del Verdicchio. Un gusto unico, rude come è rude la terra, graffiante come il sole d’estate. Un gusto completo che riempie, inebria. A volte è entusiasmante comprendere quanto la semplicità possa essere la giusta soluzione. In questa piccola cantina, si ritrovano le sensazioni che sono andate perdute, la riscoperta dell’appartenenza al territorio, un territorio che cambia a seconda delle stagioni, dai colori unici, irripetibili. Allontanatevi da questi luoghi e ne proverete mancanza. Mancanza di accarezzare le sensazioni di una Terra e del tempo che questa famiglia ci dedica per renderla unica ed indimenticabile con i suoi vini.

Assaggiarli diventa una sensazione unica. La Famiglia Sparapani non è alla ricerca deì grandi numeri, ma del riscontro basato sulla qualità. E’ questo che fa dei loro vini un qualcosa di essenziale. Non aver mai assaggiato un sorso del loro vino significa aver perso un tassello importante della storia di questo “nettare pregiato”. Assaggiare per capire dove tutto ha avuto inizio, in un luogo dove il vino serviva alla meditazione, alla scoperta di se stessi, dove la persona si fonde con la terra e dove nulla si ripete mai inutilmente per abitudine.

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“TESORI E SAPORI” A CUPRAMONTANA MACHELLA E SCIPIONI PER LE ECCELLENZE MARCHIGIANE

Tesori e Sapori

Domenica 2 settembre 2018 a Cupramontana ai musei in grotta si è tenuto l’evento “Tesori e sapori, verdicchio di Cupramontana e salame di Fabriano”.

L’associazione culturale 21 quattro e la condotta Slow Food hanno organizzato un appuntamento per promuovere le eccellenze enogastronomiche marchigiane, con la partecipazione di Alessandra Machella (rivelazione del programma The Voice of Italy) e Simone Scipioni (vincitore di Masterchef 2018).

L’evento si è aperto con un convegno che introduceva le eccellenze e le peculiarità marchigiane tra cui, il verdicchio dei Castelli di Jesi e il salame di Fabriano.

Simone Scipioni non poteva che renderci spettatori di uno show cooking nella preparazione di un risotto dagli ingredienti e dai sapori tipici marchigiani.

Simone Scipione e Michela di Partner Wine

Ad accompagnare la serata il concerto di Alessandra Machella che ha subito conquistato il pubblico.

Umile e spontanea questa giovane artista ha ben presto emozionato e divertito tutti, facendo percepire la grinta e l’amore che mette nel cantare.

Michela di Partner Wine e Alessandra Machella

Due giovani marchigiani che grazie al loro talento e alla loro tenacia sono diventati testimonial della loro terra: Le Marche.

All’evento abbiamo avuto la possibilità di degustare i verdicchi cuprensi.

Alcuni nomi per noi di Partner Wine erano già conosciuti, tra cui:

-il verdicchio superiore Morella di Quaresima,

-il verdicchio superiore Il Priore di Sparapani,

-e le bollicine brut dell’azienda Vallerosa Bonci.

Come ogni volta che abbiamo il piacere di assaggiarli, questi vini, non smettono di stupirci, e come sempre spicca quel gusto raffinato e quella persistenza in bocca, che solamente i buoni vini hanno.

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AZIENDA AGRICOLA CECI ENRICO: IL GUSTO DELLA TRADIZIONE

azienda-agricola-ceci-enrico

Nella terra del Verdicchio dei Castelli di Jesi, tra i tanti paesi che li compongono, San Paolo di Jesi sicuramente è il piccolo, ma uno dei più ricchi per produzione di vino.

Tra il verde delle colline, troviamo un’oasi di tranquillità, l’Azienda agricola Ceci Enrico.

Adagiata sulle colline, colorate dal verde delle vigne, i proprietari di questa piccola azienda ci accolgono a braccia aperte.

Qui in questo spazio che appare quasi fuori dal tempo si produce uno dei vini di qualità più elevata della zona.

Un vino che denota nell’assaggiarlo, quanto sia importante la tradizione.

Una tradizione tramandata di generazione in generazione, dove il tempo sembra non sia passato, dove sembra quasi che la qualità sia una cosa acquisita, legata indissolubilmente ai titolari.

Produrre la qualità per molte aziende è un punto di arrivo, qui si ha la sensazione che sia “semplicemente” un punto di partenza, uno dei tanti elementi che compongono la gamma dei prodotti.

Ospitali e gentili Nazzarena e suo marito Enrico ci fanno visitare l’azienda di cui vanno molto orgogliosi, raccontandoci che l’azienda ormai va avanti da generazioni e che Enrico mette in pratica gli insegnamenti di suo padre nella produzione del vino.

La vigna è importantissima, esposta al sole su colline che sono state vocate alla qualità delle uve sia dal tempo degli antichi romani, è in grado di produrre un vino dalle caratteristiche uniche, con un aroma particolare che lo rende riconoscibile tra mille.

La linea di prodotti è composta soprattutto da un Verdicchio superiore e da un Rosso igt marche, nei quali si può trovare incontaminata la tradizione, inoltre un ottimo vino e visciole “sviciola” e una grappa di verdicchio “ Stelle dal cielo” e per concludere con le tradizioni marchigiane anche un buon olio Extra Vergine di oliva.

Pochi prodotti, ma di una qualità semplicemente entusiasmante, qualcosa che, per chi li degusta, è in grado di rimadare a questa terra e a queste persone.

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FRANCESCO SCACCHI: LE ORIGINI DELLE BOLLICINE SONO MARCHIGIANE NON FRANCESI

Michela e il libro Francesco Scacchi

Oggi parliamo di una novità, ovviamente per chi è un esperto del settore non potrà essere considerata tale, ma per i più potrebbe esserla.

Sfatiamo l’ormai mito di Dom Perignon e del fatto che le bollicine sono primogenite in Francia.

Ebbene si avete intuito bene, le origini delle bollicine sono italiane e oltretutto anche marchigiane.

Da buona marchigiana quale sono non potevo non condividere questo fatto di cui vado molto orgogliosa con voi.

Ad oggi i procedimenti sono totalmente differenti per la produzione dello spumante, ma anche per la loro fermentazione.

Francesco Scacchi può essere definito proprio come colui che ha descritto il metodo per poter rendere frizzanti e spumosi i vini, ’48 anni prima di Perignon.

Francesco Scacchi era un dottore fabrianese proveniente da una famosa famiglia, figlio di Durante Scacchi, iniziatore della famosa scuola di medicina preciana.

Egli scrisse un libro De salubri potu dissertatio [Dissertazione sulla bevanda salutare], pubblicato a Roma da Alessandro Zanetti nel 1622.

L’importanza di questo libro sta proprio nell’aver descritto metodi con cui si rendevano frizzanti i vini a quel tempo.

In realtà, uno dei primi a citare questo fatto fu il celebre storico enologo e gastronomico, André Louis Simon (1877-1970), dove riportava nella prima parte della sua pubblicazione che il libro di Francesco Scacchi conteneva una descrizione di come fare il vino frizzante…

Il molteplice interesse per detta opera indusse alla traduzione del testo e la sua pubblicazione, che avvenne nel novembre 2000, in toto e in entrambe le lingue.

Questo fatto merita particolare menzione e riconoscimento poiché è assai raro, se non rarissimo, che in Italia sia imprenditori editoriali che fondazioni sponsorizzino le traduzioni in italiano d’importanti testi scritti in latino.

Questo fatto mi permette ancora di più di essere orgogliosa di essere marchigiana, e credo sia giusto e doveroso diffondere questa notizia, così da poter rendere merito a chi ha compiuto questa meravigliosa scoperta.

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VOLA VOLE’ UN SORSO DI NATURA

Cercare di vivere la quotidianità in modo migliore è forse un’idea così assurda?

Perché dobbiamo ritenere essere di moda ridurre l’uso della plastica, per evitare che questa finisca negli oceani, continuando ad inquinarli in maniera assurda giorno dopo giorno?

Perché dovrebbe essere di moda cercare di nutrirsi in maniera adeguata, senza “ingurgitare”quotidianamente alimenti che possono rivelarsi nocivi?
I prodotti biologici oggi non sono solamente una moda, ma sono diventati una reale alternativa ad un consumo scriteriato di cibi e alimenti che possono rivelarsi col tempo dannosi alla nostra salute.
Abbiamo voluto dedicare la nostra attenzione al problema di una sana alimentazione focalizzandoci sul vino ed abbiamo “incontrato” i vini Vola Volè.
I vini vola volè non sono dei semplici vini biologici, ma le vigne in cui vengono raccolte le uve hanno la certificazione di biodiversità.
La vasta gamma di questi vini comprende:
-pecorino
-cococciola
-cerasuolo
-montepulciano
-trebbiano
-passerina
I lieviti con cui producono questi vini sono ottenuti dal miele prodotto attraverso l’impollinazione di piante autoctone.
Ogni vino ha una differente pianta da cui impollinano le api:
-cocciola, Trifoglio
-pecorino, Rovo di mora
-cerasuolo, Ciliegio
-passerina, Castagno
-montepulciano, Sulla
-trebbiano, Biancospino
Un metodo di produzione del vino, innovativo, estremamente naturale, che si focalizza anche sulle api, sinonimo di qualità.
Ormai sappiamo che senza le api vivremmo solamente per 4 anni, e mangiando e bevendo male, forse anche meno; quindi perchè non acquistare questo vino, cambiare leggermente le nostre abitudini e contribuire al nostro benessere?
Ogni tanto una punta di sano “egoismo” aiuta, come diceva Oscar Wilde: “amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita”.

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PILANDRO LA QUALITA’ CHE VIENE DAL NORD

pilandro e partner wine

L’azienda che coltiva la qualità nel territorio della Lugana dal 1980, approda con un interessante progetto nelle terre del Verdicchio.

E’ estremamente facile, innamorarsi del clima, e del fascino che emana il Lago di Garda, luogo incantevole, dove le campagne quasi si specchiano nelle acque calme. Dal 1980 la Famiglia Lavelli, proprio li in quell’angolo di paradiso ha deciso di dedicare il proprio amore per la cultura della vite. Grazie a questo amore, sono nati i loro prodotti: Vini Bianchi, Rossi, Bollicine, Passito e l’olio.

Prodotti che esprimono una qualità alta, grazie al microclima che regala ai vini un profumo corroborante e un gusto sagace, in grado di ammaliare e coinvolgere con una straordinaria e genuina purezza.

Poi l’occhio guarda verso nuove terre; terre dove la qualità dei prodotti, può riconfermare quanto fatto in passato. Si sa il mestiere dell’imprenditore è guidato dalla passione.

Grazie a questa passione la famiglia Lavelli si innamora del territorio, del paesaggio e dei prodotti delle Marche e Pilandro così diventa anche marchigiana. Si apre così al pubblico la cantina in località Pozzetto a Castelplanio, dove si possono degustare un ottimo Verdicchio dei Castelli di Jesi superiore “Passione”, un Verdicchio classico il “Pozzetto” un merlot “Settantanni”e “Rosato”.

Anche qui si respira l’aria dell’armonia e della passione che lega il duro lavoro con la tenacia di chi ha voglia di realizzare prodotti di qualità non comune ricchi di amore.

Mi piace lasciarmi andare ai pensieri e a questo binomio che accomuna il fascino delle terre decantate dai poeti: da una parte il Garda di Dante e Virgilio, dall’altra il genio di Leopardi e la mia terra le Marche, che riservano delle sensazioni incredibili. Vi invito a degustare questi prodotti affascinanti e ad abbandonarvi a pensieri di grande serenità e completezza che emanano.

Come scrisse il Poeta Marchigiano, il mio preferito: “…e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

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Verdicchio dei Castelli di Jesi: Premi e riconoscimenti

stellaria 5 stars wines

Quanti vini buoni ci sono nelle Marche?

A mio parere moltissimi, ce ne sono di buoni e di ottimi da degustare per ogni occasione.

La nostra regione ospita diverse tipologie ma i più conosciuti e premiati sono il Verdicchio e il Pecorino.

Anche al Vinitaly, una delle più grande manifestazione di vini in Italia e nel Mondo, a seguito della 52° edizione, è stata constatata l’elevata qualità e l’alto profilo di queste due tipologie di vini.

In questa occasione molti dei prodotti della nostra zona sono stati premiati, tra cui il verdicchio dei castelli di Jesi dell’azienda Vallerosa Bonci e Santa Barbara.

Il Verdicchio, festeggiando i 50 anni della Doc, in occasione del Vinitaly 2018, resta ancora il vino più premiato dalle guide, con l’aumento dei riconoscimenti rispetto all’anno scorso.

Verdicchio dei Castelli di Jesi: Premi e riconoscimenti

In questa occasione, non poteva mancare il concorso “5 stars wines”, la grande degustazione di prodotti che poi vengono inseriti nella relativa guida, dove vengono raccolti tutti i vini italiani, selezionati da esperti di fama mondiale.

Tra i vini selezionati da noi di Partner Wine, tra le 5 stars, troviamo:

  • il verdicchio dei castelli di Jesi doc classico “STELLARIA” ANNATA 2016 dell’azienda Boccafosca, situata ad Ostra (AN),
  • il verdicchio dei castelli di Jesi doc classico “QUOTA 311” ANNATA 2017, Teatro del Vino, situata a San Paolo di Jesi (AN).

Il Verdicchio, è stato riconosciuto anche da Wine Spectator, per essere il miglior bianco fermo italiano.

Un riconoscimento di cui ne vanno fieri i produttori, che incentrano ancora di più le forze per rendere migliore il loro prodotto e ci sono riuscite bene fra i tanti nomi, l’azienda Boccafosca e Teatro del Vino, per le 5 stars, subito seguite da Vallerosa Bonci e Santa Barbara, che confermano la loro elevata qualità già riconosciuta più volte nel tempo.

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I VINI DI DANIELE TOMBOLINI ALL’OSTERIA DEL CALCIO DI FIRENZE

osteria del calcio con tombolini

Nel cuore di Firenze, venerdì 20 Aprile si è tenuta all’Osteria del Calcio, una serata con alcuni dei concorrenti di celebrity Masterchef, una cena accompagnata dai vini di Daniele Tombolini, ex arbitro e commentatore sportivo.

osteria del calcioL’Osteria del Calcio, un ristorante in piazza Strozzi dedicato al pallone, una sorta di galleria d’arte del mondo calcistico, arricchito da coppe, foto, e le tante maglie dei vari giocatori che hanno fatto la storia dello sport più amato del mondo.

I proprietari sono molto conosciuti per i tanti appassionati: l’allenatore Spalletti, e i giocatori Gilardino e Dainelli.

Alla serata hanno partecipato Daniele cenaTombolini, Lorenzo Amoruso e Valerio Spinella più conosciuto come Fayna, , sono stati proprio loro, i celebrity masterchef a preparare i piatti per la serata.

Alla cena sono stati abbinati i vini di Daniele Tombolini, oltre che essere stato arbitro è anche    enologo e viticoltore, una persona dalle mille risorse.

L’attenzione durante la selezione delle uve, con una cura rivolta proprio alla qualità, caratterizzano il gusto dei suoi vini, rendendoli molto buoni e all’altezza di ogni piatto.

tombolini celebrity masterchefLa sua linea è composta da una passerina spumante brut, un verdicchio e un montepulciano in purezza, durante la serata questi prodotti importanti e dal gusto deciso hanno conquistato l’attenzione di chi era presente all’evento.

Una degustazione di successo che ha saputo toccare tutti i palati, da quelli più allenati a quelli meno, così da poter cogliere le meraviglie nascoste in un bicchiere di buon vino, e i sapori della regione da cui provengono: le Marche.

Tutti gli articoli su Tombolini:

http://divini.corriere.it/2017/06/02/larbitro-enologo-il-mio-verdicchio-assomiglia-a-mancini/

http://www.enogastronomia.it/cantina-101-percento-2/

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Tenuta Mattei: la qualità rivolta al biologico

La Tenuta Mattei è situata a Maiolati Spontini, in provincia di Ancona, una delle zone più caratteristiche per la produzione di Verdicchio Classico, dove la peculiarità del paesaggio sono proprio le tante colline ricche di vigneti che donano all’occhio quell’intercalare di colori che le rendono uniche nel ricordo.


L’azienda è giovane, caratterizzata dalla volontà di Danilo, il titolare, di vedere realizzati i suoi prodotti derivanti proprio dalle sue terre, coltivate in regime biologico ormai da più di quindici anni.


Una tra le pochissime aziende in questa zona ad avere una così vasta proprietà di terreni coltivati con questo metodo.
La volontà e la grinta di Danilo hanno portato al raggiungimento del loro obiettivo: quello di poter fare della loro passione il proprio lavoro.


I loro prodotti sono già ben posizionati nel mercato nazionale, tanto da poter già affrontare mercati oltre confine.
I progetti così realizzati conservano tutte le peculiarità dei territori caratteristici della Regione Marche.


La loro linea biologica è composta da: rosso piceno, verdicchio, passerina, pecorino e addirittura uno spumante con metodo charmat. Tutti i prodotti, senza falsa modestia possono essere considerati delle vere e proprie eccellenze in grado di rendere indimenticabile il più semplice dei brindisi.


La Tenuta Mattei sarà presente al Vinitaly 2018 al padiglione 12 stand B2.


Per gli esperti ma anche agli appassionati che avranno il piacere di visitare la fiera consiglio di visitare lo stand di questa azienda, così da poter fare un tuffo nelle Marche all’insegna della qualità del biologico e soprattutto della qualità, un elemento essenziale che diventa difficile dimenticare.